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Come prevenire la tiroidite di Hashimoto?

14 aprile, 2016 by Ivy 9 Comments

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Tiroidite di Hashimoto

Come mai mi hanno diagnosticato la Tiroidite di Hashimoto

Nel momento in cui scrivo questo articolo, sono felice di dirti che, a giudicare dalle mie ultime analisi del sangue, i valori dei miei anticorpi tireoglobulina sono finalmente nella norma (mai stati così da quando mi hanno diagnosticato la tiroidite di Hashimoto, ovvero negli ultimi dodici anni). Gli anticorpi Abtpo invece sono ancora alti e purtroppo, dove vivo, non mi è possibile valutare se i valori si siano modificati, visto che nei referti delle analisi viene solo indicato che superano la soglia dei 1000 (per quanto mi riguarda potrei aver avuto 3000 per arrivare a 1002, ma non ho modo di verificarlo).

Negli ultimi anni ho adottato diversi accorgimenti per aiutare il mio corpo a rasserenarsi e a vivere meglio la patologia della tiroidite di Hashimoto, condizione autoimmune, quelli più importanti riguardano la regolarizzazione della glicemia, la gestione dello stress, la liberazione dai traumi emotivi e stress correlato, la cura della mia flora intestinale, la totale disintossicazione sia a livello di alimenti e utensili in cucina, sia a livello di cosmesi e pulizie per la casa.

Ho pensato che potrebbe essere utile sia a te che a me, raccontarti il percorso che ho intrapreso negli ultimi anni (a partire dal 2011) e condividere non solo soluzioni pratiche ma anche il perché di queste modifiche. Tutto ciò di cui ti parlerò è stato in qualche misura testato su di me, almeno per tre settimane consecutive, in modo da essere sicura di quello che sto dicendo (come sai, non amo parlare per indovinelli e ipotesi e credo che ci vogliono almeno 21 giorni perché una nuova abitudine produca i suoi effetti).

Mi piacerebbe dare spazio anche alle tue idee e suggerimenti, alle tue domande e opinioni, per lasciare del materiale ricco per chi, come noi, si trova a leggere questo articolo e sullo stesso nostro sentiero.

Oggi ti vorrei raccontare la storia della mia infanzia e le cause dell’ipotiroidismo (tiroidite di Hashimoto) che si vedevano già dalla nascita, con qualche suggerimento su come, se sei una mamma o futura mamma, potresti evitare di sottovalutare tali segni premonitori nei tuoi figli. Inoltre mi auguro che l’invito a riesaminare la tua storia d’infanzia, ti possa essere utile per capire meglio te stessa e il tuo corpo e magari per affrontare aree sulle quali (stress emotivo) non avevi ancora lavorato. Ricordati che la via verso la possibile guarigione (ma io la chiamerò verso una qualità di vita migliore e ideale per te) non è uguale per tutti e che tutti i temi che vorrei affrontare con te sono in realtà pezzi di un unico grande puzzle. A volte ti sembreranno cose di poco conto, ma poi, dopo tre/sei mesi, potrai coglierne l’importanza accorgendoti che stai meglio.

Per sgombrare il campo dai dubbi, vorrei innanzi tutto dirti cosa è, in parole super semplici, la tiroidite di Hashimoto:

La Tiroidite di Hashimoto è una condizione (patologia) autoimmune in cui la tiroide si è cronicamente infiammata perché per qualche motivo il tuo stesso sistema immunitario attacca la tiroide. Per scoprire se la tua patologia sia di tipo autoimmune è necessario valutare le analisi del sangue che, oltre ai valori di TSH, Ft3 e Ft4, misurano soprattutto il livello degli anticorpi anti tireoperossidasi (Ab anti-TPO) e anti tireoglobulina (Ab anti-Tg).

Se mi segui da un po’ di tempo, conoscerai la mia storia a grandi linee. Tuttavia non avevo mai condiviso i dettagli della mia condizione di salute prima di ora sul blog, forse perché solo di recente ho iniziato ad approfondire e capire quelli che mi sembravano dettagli piccoli e insignificanti. Qualche tempo fa avevo scritto anche un piccolo (ma non per questo meno significativo) articolo delineando quattro modi in cui sono riuscita a migliorare la condizione della mia salute. (Se vuoi, puoi leggerlo qui).

Sono nata alla fine degli anni settanta e non ero una bambina allattata al seno. Mia madre mi aveva allattata forse per un mese al massimo per poi tornare subito a lavoro, lasciandomi con la nonna che mi nutriva con il latte artificiale. Negli anni settanta si diceva alle giovani madri che il latte artificiale fosse persino più nutriente del latte materno e questo ha avuto le prime conseguenze negative sul mio sistema immunitario. Oggi si sa che essere allattato al seno è la cosa più importante per la salute del sistema immunitario di un essere umano. Cresciuta con un sistema immunitario già compromesso, mi ricordo che ero perennemente raffreddata. Non c’era cambio di stagione che non mi vedesse influenzata. Ero anche spesso soggetta ad eczemi sulla pelle, allergie solari e altre eruzioni cutanee che apparivano con la stagione estiva.

Nel 1986, io avevo 9 anni, avvenne anche il disastro di Cernobyl, uno degli incidenti nucleari più devastanti a livello mondiale, almeno fino al 2011 (Fukushima). L’evento era accaduto in Ucraina, ex URSS, ma le nubi radioattive raggiunsero non solo tutta l’Europa ma toccarono persino le coste del Nord America. Io non avevo nemmeno pensato alle possibili conseguenze sulla salute, finché non parlai con il mio medico ayurvedico che mi fece capire quanto fossero evidenti gli effetti sulla corretta funzionalità tiroidea della popolazione europea. Mi ricordo persino delle precauzioni sulle piogge radioattive prese in quel periodo e le avvertenze di rimanere al chiuso almeno per 2-3 giorni. Oggi, rileggendo le indicazioni di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) nel caso dei disastri nucleari, viene indicato, tra le altre cose, l’obbligo di assunzione di una pastiglia di iodio stabile per massimizzare la protezione sulla tiroide, che io non mi ricordo che ci indicavano come precauzione.

La mia alimentazione era basata su molti latticini, pane e cereali (e naturalmente verdure, legumi, carne) e anche se a casa mia i dolciumi industriali erano tassativamente vietati, mangiavamo molti dolci fatti in casa. Le merende comprendevano sempre i succhi di frutta (acqua, zucchero e purea di frutta) e questo ha fatto sì che i miei denti abbiano iniziato a cariarsi presto (già la qualità dei miei denti era geneticamente debole) e molto presto il dentista mi aveva fatto almeno sei otturazioni, con amalgama d’argento. Oggi si sa che chi ha le otturazioni con amalgama d’argento può avere un’intossicazione da metalli pesanti molto più grave rispetto a chi non le ha (la composizione di amalgama d’argento è al 50% a base di mercurio).

A tutto questo stress di tipo fisico, si è aggiunto uno stress emotivo di cui non ero nemmeno consapevole. Di carattere sono incline ad essere molto sensibile ed intuitiva, capisco le emozioni degli altri e le loro intenzioni (persino ancora prima che parlino), mi basta percepirli. E questa sensibilità mi porta alla necessità di esprimermi attraverso la comunicazione. All’età di dieci anni questo si sarebbe dovuto idealmente risolvere nel contatto verbale libero con mia madre, in un incessante bisogno di chiederle e raccontarle la mia realtà. Come tutte le madri giovani di quel periodo però (mia madre aveva 22 anni quando sono nata io), neanche la mia aveva la saggezza di ascoltarmi, seguirmi e capirmi ed io mi sono sempre sentita in colpa per questa continua esigenza di parlare e comunicare, raccontare e analizzare la mia realtà. Fino al momento in cui ho pensato che questo mio modo di essere fosse sbagliato (una bambina può solo incolparsi e sentirsi sbagliata se i suoi bisogni vengono ripetutamente ignorati) e mi sono inconsciamente repressa (o zittita).

A tutte queste cause si è sommato anche il fatto che ero geneticamente predisposta a sviluppare la tiroidite autoimmune, visto che la patologia correva in famiglia (mia zia paterna aveva forti depressioni, guadagnava peso senza apparente motivo finché non le scoprirono la tiroidite autoimmune).

Vuoi per negligenza dei miei genitori incoscienti e troppo giovani, vuoi per tutta una serie di stress emotivo e fisico che il mio sistema immunitario aveva subito sin dalla nascita, ero già predisposta a sviluppare nell’età adulta la tiroidite di Hashimoto, la tiroidite autoimmune (avevo 27 anni quando mi è stato diagnosticato  l’ipotiroidismo subclinico).

Quali sono i punti salienti di questo mio racconto:

  1. Allattamento al seno: se sei un adulto con una storia simile alla mia, ormai non puoi farci più nulla. Tuttavia, se stai per diventare madre e soprattutto se nella tua famiglia ci sono già episodi di tiroidite autoimmune, considera l’allattamento al seno come la più importante base per la salute del sistema immunitario del tuo cucciolo.
  2. Rafforzare il sistema immunitario sin dalla nascita (questo è un consiglio utile non solo per le mamme e future mamme, perché si applica per tutta la vita, in particolare se hai già una malattia autoimmune): il sistema immunitario non si rafforza solo grazie al latte materno (benché sia di vitale importanza) ma anche con un alimentazione naturale, equilibrata, integrale e possibilmente biologica, il tempo trascorso all’aria aperta (Vitamina D), cure laddove possibile naturali (omeopatia, naturopatia e altre) evitando antibiotici ed esposizione alle tossine, rendendo l’ambiente pulito e sano (eliminando onde elettromagnetiche). Di tutte queste cose ti parlerò nei dettagli durante le prossime settimane.
  3. Alimentarsi con cibi naturali, integrali e possibilmente biologici (se consumi la carne, considera che le carni d’allevamento convenzionali sono bombardate con ormoni di crescita che, una volta ingeriti, causano squilibri ormonali che possono essere anche l’unico motivo del malfunzionamento della tiroide: consuma alimenti di origine animale solo ed esclusivamente di allevamento biologico o biodinamico) e ridurre al minimo il cibo raffinato e industriale.
  4. Verifica il tuo livello di intossicazione da metalli pesanti facendoti aiutare da un naturopata. Il modo più semplice per depurarti dai metalli pesanti è quello di consumare coriandolo fresco (foglie) in forma di insalata, frullato o estratto (ti parlerò anche di questo nei prossimi articoli).
  5. Affronta una volta per tutte lo stress emotivo: qualsiasi trauma emotivo tu abbia subito, sappi che è di vitale importanza iniziare un percorso di risoluzione e guarigione, affrontando quello che può costituire un grosso e a volte unico motivo scatenante della tua patologia. Puoi iniziare a fare un dialogo con uno psicoterapeuta qualificato di cui ti fidi ma anche circondarti di persone con le quali puoi essere te stessa, liberamente. Un altro buon modo per sciogliere i nodi nella gola è quello di scrivere: un diario privato o pubblico (un blog).

Ti ho voluto raccontare la mia storia d’infanzia per evidenziare che ci sono già alcune indicazioni di allarme sin dalla tenera età, così da poter prendere le dovute precauzioni per evitare di far esplodere appieno la malattia (come è successo a me, te ne parlerò la prossima settimana insieme a come trovare la propria voce, così importante per tutti e, in particolare, per noi donne).

Qual è stata la tua storia? Ripensando alla tua infanzia, ti ricordi degli episodi che possono essere le prime possibili cause dell’ipotiroidismo autoimmune? Raccontamelo lasciando un commento oppure scrivimi una mail.

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  • Ivy

    Ciao Giulia! Quello che indica il Dott. Mozzi è la dieta per i gruppi sanguigni che può esserti utile per capire per i quali cibi sei geneticamente (in base al gruppo sanguigno) più incline. Non è una dieta definitiva, ma da un concreto aiuto (e spesso combacia con alimenti che ami di più). La signora del blog ha seguito la paleo autoimmune o la paleo (ora) ed il fatto che lo aveva fatto appena scoprendo di avere la tiroidite autoimmune ha aiutato. Il fatto è che per alcuni pazienti, il glutine viene visto come invasore esterno e pertanto continua l’infiammazione. Io ho seguito la paleo autoimmune per 30giorni reintroducendo tutti gli alimenti (ad eccezione del glutine) ma ti devo dire che non ero costante. Nel senso che appena reintrodotto in maniera regolare (per me vuol dire mangiare gluutine 1-2 volte a settimana) ho visto miglioramenti. Domani faccio il test di intolleranza per vedere se glutine può essere un problema per me. Di sicuro a me ha aiutato eliminare i latticini e regolarizzando la mia glicemia. Il glutine è una cosa che non escludo di voler testate nel futuro, ma ci vogliono almeno sei mesi che il glutine venga eliminato dal tuo corpo. Quindi, non vale come ho fatto io, ma bisogna che diventi gluten free al 100%. Di sicuro, vale la pena provare: faccendo le analisi deglia anticorpi prima e dopo 6 mesi della stretta dieta senza glutine.

    • giulia

      Ciao Ivy, grazie infinite. Sicuramente proverò a cambiare alimentazione e comincerò a cimentarmi con le tue ricette, grazie!!! Solo una cosa vorrei chiederti: anch’io vorrei eliminare i latticini, se non mangerò latticini potrò comunque usare il ghee oppure no?

      • Ivy

        Ciao Giulia, dipende: se hai una forte intolleranza o allergia, forse quel 1% ti potrebbe dare noia. Se si tratta solo di evitare i latticini per tutelare la tiroide, credo che ghee potrebbe farti solo del bene (il mio medico ayurvedico mi aveva tolto in una prima fase tutti latticini ad eccezione del ghee). Lo so che è costoso, ma qualche volta concediti il ghee autentico indiano: è un alimento sacro che proviene dalle mucche allevate con metodo biologico e venerate come Madri. Per tutti i giorni, usa il ghee fatto da te!

  • silvana garufi

    ciao Ivy, la tiroidite a me è stata diagnosticata nel 2000, ma l’illustre professore non mi ha mai dato suggerimenti per il peso se non dosaggi di eutirox. Sono stata pigra e mi sono fidata delle sue parole….nel 2014 la tiroide mi è stata tolta perchè multinodulare e solo dopo ho visto comparire la parola ipotiridismo e da poco ho scoperto che comunque gli anticorpi permangono nel sangue comunque!Ho problemi col peso, il calcio e la vitamina D….se puoi iscrivimi alla tua news per la tiroidite .grazie

    • Ivy

      Ciao Silvana, sì capita a tutte! Una volte che ci hanno diagnosticato l’ipotiroidismo sembra che nulla cambi (in fondo eutirox, dicono, non è un farmaco salvaviva – che vuoi che sia?). Eppure, dopo anni di alimentazione sbagliata e gestione sbagliata succede che ci sono peggioramenti. Il fatto è che tu avevi già gli anticorpi ed anche io leggo che se all’epoca, dodici anni fa, non avessi subito iniziato con l’eutirox forse sarei riusciti a trovare equilibrio molto prima. Sì, ti iscrivo nella newsletter, contaci! Buona giornata

  • marina

    Ciao ivy a me la tiroidite è stata diagnosticata alla mia prima gravidanza nel 2005 .
    Ho preso il deltacortene per tutte e due le gravidanze.
    Ho avuto un picco recentemente dopo aver fatto 30 gg di radioterapia forse è stata lei ad attivarla . Attualmente non sono in terapia e i miei valori stanno rientrando
    sono molto interessata alla tua storia e alle tue conclusioni

    • Ivy

      Ciao Marina, sono contenta che i tuoi valori stanno rientrando nella norma. Infatti, si consiglia di proteggere la tiroide con l’apposito collare, anche dal dentista perchè la radioterapia può nuocere alla salute della tiroide. Importante è comunque, saperlo 🙂

  • Antonella Alberti

    Ciao Ivy, ti seguo da parecchio tempo e seguo ed elaboro, seppur in modo non sempre diligente i tuoi consigli. Io sono un ipotiroidea indotta, in altre parole nel 1982 mi viene diagnosticato un ipertiroidismo autoimmune dasedow e tra alti e bassi (momenti di terapia e momenti di sospensione di ogni trattamento) questo va avanti sino al 2002 quando, lentamente la mia tiroide smette di funzionare troppo, rallenta piano piano il proprio lavoro e da ipertiroidea divento ipotiroidea. Tutti i vari sbalzi ormonali subiti negli anni hanno inciso parecchio sulla qualità della mia vita ed ora a distanza di oltre 30 anni di convivenza sto cambiando registro alimentare e stile di vita, negli ultimi anni ho iniziato a seguire di più l’alimentazione scegliendo cibi più naturali e meno tradizionali, riducendo il consumo di cibi industriali e di zuccheri e farine raffinate. Il percorso è ancora lungo ma non desisto e conto di modificare anche le abitudini dei miei familiari al fine di garantire a mio figlio, oggi 17enne, un futuro meno “artificiale”. Grazie per la tua voglia di sperimentare anche per noi. Antonella

    • Ivy

      Cara Antonella, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Dovremmo parlare di più di questa condizione di salute che influisce sulla qualità della vita di tante donne (la pillola non risolve tutti i problemi). Penso che stai faccendo benissimo a passi piccoli ad avicinarti all’alimentazione naturale, perchè faccendo così assicuri che i cambiamenti diventano abitudini. Comunque, sappi che l’quilibrio si può trovare e che sicuramente si può vivere meglio con la tua (nostra) condizione di salute. Un abbraccio!

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Benvenuta! Sono Ivy, studio nutrizione olistica e creo ricette senza zucchero raffinato né farine raffinate, a basso indice e carico glicemico utilizzando solo gli ingredienti biologici e naturali. Tutte le mie ricette sono senza soia e la maggior parte è senza glutine, paleo e senza latticini. Amo la libertà, credo solo nell'amore e sono ogni giorno alla ricerca della felicità.


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